Il romanzo è talmente anomalo che pare impossibile sia stato pubblicato in Italia. Se in un giallo tradizionale si da la caccia all'assassino, nel romanzo di Morganti si da la caccia ad un cadavere. I fratelli Sciarra, due siciliani di cui nessuno sa niente, nemmeno il perché la loro ricchissima famiglia avesse deciso di andare a vivere a Napoli, sono morti. Dicono che Nino leggeva i libri a suo fratello, che era non vedente. Ma mentre il cadavere del non vedente è stato ritrovato, quello di Nino è scomparso, inghiottito da una casa enorme, pericolante e labirintica, piena di oggetti accumulati scriteriatamente e di libri sussurranti e pudichi. Comincia così la ricerca del cadavere di Nino Sciarra da parte di un uomo che non è un commissario brillante o tormentato, ma un semplice subordinato. La trama, a questo punto (cioè, dopo le primissime pagine) è già impazzita, suicidatasi, decompostasi e ricompostasi. Il protagonista del romanzo, colui che cerca il cadavere di un uomo che non conosce, si perde in quella casa enorme, cimitero di vecchi libri dimenticati, scritti da autori morti due volte, la seconda volta uccisi dall'ingratitudine della memoria collettiva. Intanto, i temibili Quattro Libri (con la L maiuscola) danno la caccia al nostro protagonista - vogliono ucciderlo? chissà... - mentre gli altri libri (con la l minuscola) se ne stanno quatti quatti e sospettosi, come i gatti, si prendono il loro tempo prima di imparare a fidarsi, avvicinarsi, farsi accarezzare, sfogliare...